La Tensione e il Dolore

La Tensione e il Dolore
18 Marzo 2014 Spazio Synthesia

Leggere il Corpo

La lettura del corpo in Bioenergetica corrisponde sostanzialmente all’esame posturale in Riabilitazione. Entrambi richiedono la necessità di osservare. Non solo per valutare, ma soprattutto per comprendere, per stare con il paziente nella sua interezza. In tal modo ci verranno svelati le specifiche strutture corporee e muscolari, i caratteristici livelli energetici, i vissuti emotivi e gli atteggiamenti relazionali caratteristici, anche se è necessario considerare l’unicità e la straordinaria complessità dell’individuo. Lo stesso Lowen, specie negli ultimi anni della sua vita e carriera, considerava il corpo come una struttura vivente in continuo cambiamento, perciò l’osservazione deve tener conto del momento in cui viene realizzata.

Le Tensioni Muscolari

Per tale motivo, anche in Bioenergetica le tensioni muscolari assumono un ruolo tanto cruciale, perché aiutano a fare una diagnosi più complessa e sono determinanti nel momento terapeutico. La tensione muscolare dovrebbe essere trattata a 3 livelli: la sua origine nell’infanzia, ciò che significa oggi in relazione al carattere, e quali limiti determina dal punto di vista funzionale (N. Cinotti, 2012). Lavorare sulla tensione significa anche lavorare sul dolore che spesso “copre” l’affetto bloccato dalla tensione stessa.

Perché la Tensione fa male

Esistono diversi meccanismi algogeni attraverso i quali la tensione muscolare determina dolore. Innanzitutto, provocando una costante ed intensa irritazione a carico della giunzione miofasciale-periostea. Quando la tensione si protrae per lungo tempo causa, per effetto della trazione muscolare, una sollecitazione delle aree periostee di inserzione muscolare, determinando infiammazione del periostio, e conseguente dolore.
La tensione e contrazione muscolare determinano inoltre, un incremento della pressione all’interno del muscolo, con il rischio di lesioni al suo interno e quindi di dolore. In più la tensione muscolare provoca una costrizione vascolare e di riflesso una riduzione dei flussi arterioso, necessario per il trasporto di ossigeno, e di quello venoso, indispensabile per l’eliminazione delle tossine. E questa ischemia muscolare determina dolore. Si viene a creare pertanto un circolo vizioso, in cui la tensione muscolare provoca ischemia muscolare, con riduzione dell’apporto di ossigeno e aumento dei cataboliti tossici, condizioni che irrittano i nocicettori, i quali stimolano ulteriormente la tensione muscolare. Le condizioni croniche di tensione e di ischemia provocano, nel tempo, delle reazioni fibrotiche, sia dei muscoli che delle aree adiacenti, causando rigidità, sia a livello miofasciale, che articolare.
Dalla infiammazione muscolare provocata dalla ischemia si passa quindi con facilità alla degenerazione articolare con sviluppo di artrosi e altre sofferenze cartilaginee, poiché il muscolo teso, contratto e retratto provocherà una compressione anomala su tali strutture.

La Tensione e gli Esercizi Bioenergetici

Normalmente, il nostro organismo funziona in maniera tale che fasi di contrazione si alternano a fasi di de-tensione muscolare, nelle quali vi è la possibilità che il flusso arterioso apporti nutrimento e che quello venoso rimuova le tossine. Ma quando esistono delle condizioni croniche di contrazione muscolare, il letto circolatorio endomuscolare viene ostruito, e le fisiologiche operazioni vascolari impedite.
Per questo motivo le Classi di Esercizi Bioenergetici, si fondano esattamente su questo principio: nelle fasi di carica e di tensione muscolare e in quelle di scarica e de-tensione muscolare, si ha un passaggio non solo dal sistema ortosimpatico a quello parasimpatico, che permette di recuperare l’esperienza del piacere, ma anche dalla costrizione vascolare alla “apertura” dei vasi sanguigni, con la possibilità di rilasciare le tensioni muscolari croniche.
Quelle tensioni che, come dicevamo all’inizio, bloccano cronicamente un affetto, che nella classe può essere recuperato ed espresso a livello corporeo.

 

a cura di Maurizio Tuccio

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