L’Armonia in Noi
Alla base di ogni considerazione armonica cʼè il concetto di consonanza/dissonanza. Quando sentiamo due note suonate contemporaneamente possiamo percepire la loro reciproca affinità.
Quando due o più suoni vengono presentati insieme, le loro possibili combinazioni differiscono notevolmente rispetto alla loro capacità di produrre effetti gradevoli o sgradevoli. I suoni che stanno bene insieme, quando vengono presentati simultaneamente, producono intervalli consonanti, quelli che hanno un effetto stridente e in generale sgradevole, che non armonizzano insieme, si dicono dissonanti.
La dissonanza può essere per certi aspetti considerata il vero “motore”, quel qualcosa che spinge la musica in una certa direzione, un fondamentale elemento di disturbo.
ASCOLTA:
Tangerine Dream – Birth of liquid plejades, dal disco Zeit.
http://www.youtube.com/watch?v=JkM-lwX8ETg
In questo brano si possono ascoltare nei primi 10 minuti forti dissonanze create da un quartetto dʼarchi e supportate poi dalla musica elettronica dei Tangerine Dream debitrice della musica sperimentale colta della prima metà del ʻ900.
La musica senza dissonanza sarebbe un poʼ come un film in cui non succede mai nulla. Lʼintroduzione di “movimento” nella musica, rende obbligatorio definire una meta. Nella musica questa meta è data dalla tonalità, che può essere vista come il luogo dove risolvono le tensioni.
ASCOLTA:
Richard Wagner – Tristan und Isolde, prelude
http://www.youtube.com/watch?v=Yuj-iMkrrHc
Nel preludio del Tristano e Isotta Wagner si serve della sospensione armonica per creare una suspense che avrà fine e compimento solo alla fine dellʼopera con il Liebestod (“morte dʼamore”) di Isotta finale.
Sappiamo come la personalità non sia unʼunità statica, bensì una molteplicità dinamica, una interazione continua, reciproca e dinamica di numerosi elementi psichici, raggruppati in complessi e subpersonalita ̀[1] , e spesso in conflitto tra loro.
Potremmo dire che “siamo in tanti”, nel senso che ogni ruolo che interpretiamo nella vita ci muove in direzioni a volte in accordo altre in disaccordo tra loro (“una parte di me vorrebbe questo, ma lʼaltra vorrebbe quello…”). Alberti afferma nel suo libro “Psicosintesi – una cura per lʼanima” che lʼarmonia interna è un qualcosa che deve essere continuamente conquistato e mantenuto con lʼamore, la coscienza e la volontà.
ASCOLTA:
Beach Boys – Our prayer da “The smile sessions”
http://www.youtube.com/watch?v=tqXibjCZy5Y
In questo brano dei Beach Boys la bellissima armonia vocale (di cinque voci) è merito del loro leader e compositore Brian Wilson, che per meticolosità non fece mai uscire il disco “Smile” in cui è inserito se non dopo più di 40 anni dalla sua registrazione.
Più riusciamo a conoscere noi stessi, con tutte le nostre parti consce e inconsce, più possediamo noi stessi e favoriamo un processo di trasformazione delle nostre parti dissonanti. Questo senza scordarci, come affermato prima, che le dissonanze sono anche il nostro motore interno, quello che può spingerci verso le nostre autorealizzazioni. Non si tratta, quindi, di annullare ciò che non piace di noi, bensì di accettare, ri-finalizzare e sfruttare al meglio ciò che è nostro, dargli forma, spazio ed energia per motivare tutta la personalità.
Dentro di noi “cʼè una folla che si alterna…ma cʼè un filo di coscienza che collega tutte queste subpersonalità, queste personificazioni. […] Se conosciamo bene le subpersonalità che vivono in noi, se possiamo guardarle da una certa distanza, non ne siamo più posseduti ma le possediamo; anziché essere usati inconsciamente dalle varie subpersonalità le usiamo come tramiti di espressione.” [2]
Lʼimportante è trovare un centro in noi che sia al di sopra delle parti e che sia compatibile con tutti gli elementi psichici, il nostro Io, il direttore dʼorchestra di tutti gli strumenti che suonano. Quando una parte di noi suona più forte rispetto alle altre rischia di mascherarne il suono. Eʼ importante, quindi, che il nostro “Io” si adoperi a far sì che tutti gli strumenti a disposizione della personalità si armonizzino e diano il loro contributo.
ASCOLTA:
L.V. Beethoven – Sinfonia n.9 – Inno alla gioia
http://www.youtube.com/watch?v=x33ZKDZ2aN8
Nel filmato dellʼInno alla gioia tratto dalla nona sinfonia di Beethoven si può non solo ammirare la maestria di uno dei più grandi direttori dʼorchestra di sempre (Karajan) ma anche ascoltare lʼinsieme corale maestoso che, diretto in questo modo, raggiunge apici quasi spirituali.
La metafora dellʼIo come di un direttore dʼorchestra ha a che fare proprio con la capacità di essere consapevoli e osservatori non giudicanti dei propri processi interiori, senza fusione ed identificazione con le nostre parti. Da qui è anche importante ricordare che la nostra armonia interna si inserisce in un universo di persone ciascuno con la propria armonia e dissonanza, con i propri ritmi e melodie. Quanto riusciamo ad accordarci o meno agli altri dipende molto dalla nostra armonia interna.
Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, parla dellʼorganizzazione, della integrazione e della sintesi come caratteristiche evolute della personalità. Lʼarmonia è proprio questo, unʼintegrazione e sintesi tra le proprie concordanze e discordanze con quelle degli altri. Solo scoprendo la nostra armonia interna possiamo suonare al meglio le nostre note e possiamo farle vibrare ed armonizzare con i milioni di altre note possibili che incontreremo nella vita, rendendole meravigliose ed uniche.
ASCOLTA:
Crosby, Stills, Nash – Suite, Judy blue eyes da “Crosby, Stills, Nash”
http://www.youtube.com/watch?v=rDEiLImUUM8
Nel caso di Crosby Stills e Nash si nota una bellissima armonia vocale data dalla fusione delle voci dei tre in cui non vi è più bisogno di un leader a guidare gli altri, ma tutti e tre sono “direttori dʼorchestra”; sono capaci quindi di creare melodie difficili e raffinate ed abili nel fondere le loro diverse vocalità per un risultato eccelso.
a cura di Michele Montecucco
_________
[1] Subpersonalità è un termine coniato da Assagioli per esprimere in maniera sintetica il concetto che esistono veri e propri “personaggi” inconsci che ci costringono ad agire, a pensare ecc..senza che vi sia una nostra vera volontà alla base. Queste sono uno dei motivi principali della nostra sofferenza, il non conoscersi appieno e il farsi guidare da processi ignoti che ci portano dove non vorremmo. Non ne siamo consapevoli ma possiamo contattarle attraverso lʼanalisi e trasformarle attraverso la sintesi.
[2]Ferrucci P. (2004), Introduzione alla Psicosintesi, Ed. Mediterranee, Milano, pagg. 28 e 29