La Nuova Volontà

La Nuova Volontà
9 Novembre 2014 Spazio Synthesia

Recensione del Libro

Nel suo ultimo libro Piero Ferrucci affronta uno dei temi centrali della Psicosintesi attraverso una visione allargata e pluridimensionale, che comprende antichi saperi e le più recenti ricerche in campo scientifico, fino alle nuove scoperte delle neuroscienze.

La riscoperta della Volontà

La volontà, relegata ad essere la cenerentola della psicologia, trova nella Psicosintesi di Assagioli un ruolo da protagonista, funzione essenziale della nostra psiche in quanto ci permette di entrare in contatto con noi stessi e con ciò che possiamo e vogliamo essere.

In seguito alla sua lunga esperienza come psicoterapeuta, Ferrucci ci guida nel percorso di conoscenza di tale facoltà dell’essere umano, permettendo di immergerci e sperimentare gli aspetti attraverso cui la volontà tende ad esprimersi. Passo dopo passo, il libro ci rivela quali sono le qualità e le risorse da coltivare per alimentare il senso della nostra volontà, a partire dalla libertà di volere che si esprime andando oltre le nostre costrizioni interiori.

Essere Liberi

Essere liberi significa anche assumersi la responsabilità della propria libertà, sentirsi vulnerabili ed esporsi al rischio. Ma è proprio nel rischio, definito da Ferrucci un “moltiplicatore di possibilità”, che possiamo provare ad essere autentici e a mostrare quello che siamo con coraggio. Ogni aspetto della volontà viene affrontato da diverse prospettive e attraverso esempi personali ed interessanti ricerche scientifiche.

Volontà Transpersonale

Molto interessante la parte in cui Ferrucci affronta il tema dello “stato di grazia”, che consiste nella percezione di un senso della vita che va oltre l’Ego e si connette ad una dimensione più ampia e trascendente. Abbandonarci a tale stato significa “affidarci alla vita” e questo appare in netta contraddizione con quanto detto in tutto il resto del libro. In realtà, Ferrucci ci spiega come possano coesistere una volontà individuale ed una universale, in quanto si tratta di due ordini diversi dell’esperienza.
L’esperienza di una volontà universale può toccarci tutti in qualsiasi momento, ma sarebbe sbagliato non coltivare la volontà individuale, “come voler andare all’università senza aver fatto le elementari”.
Un esempio famoso di tale compresenza è Ulisse, che torna ad Itaca grazie alle sue qualità e le sue capacità, all’interno di un universo governato dagli dei.

Alla fine di ogni capitolo troviamo un esercizio specifico per attivare e coltivare la volontà, che riporta la nostra attenzione alla praticità e all’importanza di fare esperienza per poter comprendere ciò di cui si sta trattando.

“Coltivare la volontà è un compito alla base della nostra salute mentale. Ed è l’impresa di una vita. Non troverete qui ricette sbrigative e miracolistiche. Non si può acquisire la volontà in quattro e quattr’otto. Ci vuole pazienza e anche l’umiltà di riconoscere i propri punti deboli.”

a cura di Maria Vittoria Salimbeni

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